Dal 15 maggio 2025 è entrato in vigore un nuovo decreto interministeriale che modifica le accise sui carburanti in Italia, segnando un cambio di passo nelle politiche fiscali e ambientali. Il provvedimento, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 maggio, ha ridotto l’accisa sulla benzina e aumentato quella sul gasolio, con l’obiettivo di ridurre il divario fiscale tra i due carburanti. La misura si inserisce all’interno di una riforma più ampia, che mira a una maggiore sostenibilità entro il 2030.
Cosa è successo
Con la nuova norma, l’accisa sulla benzina è scesa da 72,84 a 71,34 centesimi al litro, mentre quella sul diesel è aumentata da 61,74 a 63,24 centesimi. Il differenziale tra i due carburanti si restringe, avvicinando il gasolio al livello fiscale della benzina. Il decreto ha l’obiettivo di scoraggiare l’utilizzo del diesel, tradizionalmente preferito dagli automobilisti italiani, e considerato più inquinante.
Il governo ha giustificato la misura anche in chiave ambientale, sottolineando la necessità di intervenire sulle fonti maggiori di emissioni. Le nuove accise rappresentano così un primo passo concreto verso la transizione ecologica, puntando a modificare i comportamenti di consumo attraverso strumenti fiscali. L’iniziativa si inserisce in un più ampio piano di riequilibrio da attuarsi entro il 2030.
Il settore della distribuzione carburanti si trova ora davanti a un bivio, dovendo scegliere se assorbire i nuovi costi o trasferirli ai clienti. Questa dinamica potrebbe avere un impatto diretto sulla domanda di diesel, con ripercussioni sui volumi di vendita e sulle scelte dei consumatori. Alcuni operatori temono una contrazione delle vendite, soprattutto nel breve termine.
Perché è importante
Le associazioni ambientaliste hanno accolto positivamente il provvedimento, considerandolo un passo nella giusta direzione per una mobilità più sostenibile. Tuttavia, hanno ribadito l’importanza di affiancare le accise a misure incentivanti per veicoli elettrici e infrastrutture di ricarica, fondamentali per accelerare il cambiamento.
Il governo ha annunciato che le entrate aggiuntive verranno investite nel trasporto pubblico locale, migliorandone qualità e capillarità. Questo reinvestimento ha un doppio obiettivo: ridurre l’uso dell’auto privata e abbattere le emissioni in ambito urbano. Si tratta quindi di una scelta strategica sia dal punto di vista ambientale che sociale.
L’intervento si colloca in un contesto più ampio di lotta al cambiamento climatico, dove anche le leve fiscali vengono utilizzate per orientare la mobilità e ridurre l’impatto ambientale. Il provvedimento sulle accise, seppur parziale, rappresenta un segnale forte della direzione intrapresa dal governo.
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