Vaccino Covid, ottobre è un obiettivo raggiungibile?

La corsa al vaccino si fa sempre più serrata ma, senza dati statisticamente rilevanti sulla sua sicurezza ed efficacia, si rischiano gravi conseguenze

Vaccino Covid, ottobre è un obiettivo raggiungibile?
4' di lettura

Sebbene risulti altamente improbabile che un vaccino contro il COVID-19 possa vedere la luce ad ottobre, Pfizer Inc. (NYSE:PFE) ci fa ancora sperare; infatti secondo SVB Leerink, società che opera a Wall Street, anche se Moderna Inc (NASDAQ:MRNA) e Pfizer hanno iniziato i test il medesimo giorno, gode del dono della velocità. Ricordiamo che al momento esistono quattro vaccini che stanno attraversando la fase finale degli studi clinici negli Stati Uniti, più un quinto in arrivo da Novavax, Inc. (NASDAQ:NVAX), gruppo con sede in Maryland. Anche se la fase finale della sperimentazione clinica negli Stati Uniti avrà inizio nel mese di ottobre, la fase 3 nel Regno Unito è già in corso a partire dal 25 settembre. Gli altri quattro candidati, oltre a quelli di Moderna e Pfizer, sono quelli di Johnson & Johnson (NYSE:JNJ) e AstraZeneca plc (NYSE:AZN) ma, a differenza di queste ultime, che hanno affermato di non voler trarre profitto dai loro prodotti durante la pandemia, Pfizer non ha fatto tali promesse.

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Lati positivi

Ovviamente esiste un enorme vantaggio finanziario nell’essere i primi a consegnare un vaccino: oltre ai miliardi di dollari che è possibile guadagnare, c’è anche l’idea di poter assicurarsi le grazie del presidente USA. L’anno scorso Pfizer ha incassato ricavi per circa 40 miliardi di dollari vendendo farmaci costosi e di marca, mentre Trump aveva promesso di abbassarne il costo; inoltre il presidente ha promesso l’approvazione del vaccino negli Stati Uniti entro ottobre.

Lati negativi

A detta di tutti il traguardo di ottobre è inverosimile: infatti, anche se gli studi clinici fornissero i risultati auspicati (e già questo aspetto rappresenta da solo un grande se), le aziende farmaceutiche non avrebbero il tempo di raccogliere dati sufficienti per affermare con sicurezza statistica che i loro vaccini siano sicuri ed efficaci; le principali aziende rivali di Pfizer nella corsa al vaccino, Moderna e AstraZeneca, dunque sono state più vaghe sui tempi a ragion veduta, e hanno affermato soltanto che si aspettano qualcosa prima della fine dell’anno. La Food and Drug Administration ha incaricato le aziende di monitorare per due mesi almeno la metà dei dati sulla sicurezza dei pazienti prima di concedere l’uso di emergenza: questa mossa di per sé fa slittare la prima data disponibile almeno a novembre. Alla domanda se fosse possibile ottenere un vaccino a ottobre, l’amministratore delegato di Moderna, Stéphane Bancel, ha risposto che è possibile perché tutto è possibile, ma risulta comunque “improbabile”.

Il successo non è garantito

Nonostante le dichiarazioni fiduciose di Pfizer, nessuna azienda ha la vittoria in tasca; statisticamente, circa il 15% dei vaccini che giungono alla fase avanzata degli studi finiscono per non essere approvati. La settimana scorsa Anthony Fauci ha espresso ottimismo sui vaccini nella fase finale di sviluppo, dicendosi convinto che le vaccinazioni negli Stati Uniti inizieranno ad essere effettuate a novembre o a dicembre; inoltre Novavax non ha mai introdotto un vaccino sul mercato, ma le è comunque stata assegnata una sovvenzione da 1,6 miliardi di dollari per produrre 100 milioni di dosi di un vaccino anti-Covid all’inizio del prossimo anno.

Previsioni – In attesa di un vaccino in un mondo che non può aspettare

Il mondo attende un vaccino rivoluzionario che permetta un ritorno alla normalità; in quest’ottica, il vaccino non arriverà mai abbastanza presto. Ma se si percepisse che Pfizer sta spingendo per un vaccino prima che questo sia pronto o, peggio ancora, se ne mette a rischio la sicurezza e l’efficacia, allora il danno potenziale è immenso: occorre una vita per costruirsi una reputazione richiede una vita ma basta un attimo per distruggerla. Non dimentichiamoci che il vaccino è solo una parte dell’intero pacchetto di cui abbiamo bisogno per salvare le vite umane e l’economia; la parte più complicata sarà infatti quella di imparare dai nostri errori e di fare la nostra parte nella creazione di un mondo migliore, che si spera possa affrontare queste minacce previste molto meglio di quanto abbiamo fatto quest’anno. Speriamo che le aziende farmaceutiche facciano bene il loro lavoro non permettendo alla velocità e al profitto di fare da padrone.

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Foto di CDC su Unsplash