Si riaccende la guerra tra Elon Musk e la SEC?

Per l’acquisizione della quota in Twitter, Musk ha prima presentato un modulo 13G (per investitori passivi), poi ha rettificato con un 13D (per investitori attivi)

Si riaccende la guerra tra Elon Musk e la SEC?
4' di lettura

L’ultimo episodio nella lunga storia di scontri tra il CEO di Tesla Inc (NASDAQ:TSLA) Elon Musk e la Securities and Exchange Commission potrebbe coinvolgere il recente investimento di Musk in Twitter Inc (NYSE:TWTR).

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Lunedì mattina Musk ha rivelato una partecipazione del 9,2% in Twitter tramite un modulo 13G. Il modulo 13G è pensato per gli investitori che assumono una partecipazione passiva in una società.

Dopo il deposito iniziale, Twitter e il suo CEO Parag Agrawal hanno annunciato la nomina di Musk nel consiglio di amministrazione di Twitter, suggerendo che il suo ruolo nella società di social media sarà tutt’altro che passivo. Martedì Musk ha successivamente ripresentato l’informativa sulla sua proprietà attraverso un modulo 13D, ch riflette lo status di investitore attivo; il deposito aggiornato ha anche rivelato 371.900 azioni in meno nella sua partecipazione in Twitter rispetto al modulo originale. Musk in seguito ha twittato che “il numero iniziale di azioni presentato non era corretto”.

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Giovedì Doug Kass di Seabreeze Partners Management ha twittato che il modulo depositato inizialmente da Musk potrebbe lasciarlo esposto a possibili azioni disciplinari da parte della SEC.

Harvey Pitt, ex commissario della SEC, afferma che il modulo 13G di Musk era errato e che lui probabilmente ha violato la legge — dice che è possibile che la SEC lo persegua”, ha twittato Kass.

Giovedì Charles Gasparino di Fox Business ha twittato che il deposito iniziale di Musk potrebbe essere stato una deliberata provocazione nei confronti della SEC.

“La mia ipotesi e l’ipotesi degli esperti con cui ho parlato [è] che l’abbia fatto apposta. Sta sfidando @SECGov a perseguirlo con una multa da quattro soldi di 1 milione di dollari”, ha dichiarato Gasparino.

Giovedì i rappresentanti di Tesla e Twitter non hanno risposto alla richiesta di commento da parte di Benzinga; anche un rappresentante della SEC si è rifiutato di commentare la questione.

Musk contro la SEC

Musk ha una lunga storia di conflitti con la SEC. Nel 2018 Musk ha accettato di pagare 40 milioni di dollari in sanzioni nell’ambito di un accordo per frode legato a un tweet in cui affermava di essersi “assicurato i fondi” per un’acquisizione di Tesla al prezzo di 420 dollari per azione, un tweet che la SEC ha ritenuto essere “falso e fuorviante” e che ha causato “una significativa turbativa del mercato”.

A giugno 2020 la SEC ha ritenuto che Musk abbia violato i termini del summenzionato accordo, che gli imponevano inoltre di ottenere l’approvazione di Tesla per la pubblicazione di tutti i tweet contenenti informazioni aziendali rilevanti. A quel tempo, infatti, Musk aveva twittato: “Il prezzo delle azioni Tesla è troppo alto secondo me”, il che aveva causato un sell-off delle azioni TSLA.

All’inizio del 2022 la SEC ha citato in giudizio Musk e Tesla in relazione a un sondaggio su Twitter condotto dall’imprenditore sudafricano in cui questi chiedeva ai follower se avesse dovuto vendere o meno il 10% delle sue partecipazioni in Tesla.

“Non ho rispetto per la SEC”, dichiarò Musk nel 2018 al programma ‘60 Minutes’; il CEO di Tesla ha successivamente deriso la SEC e ha ripetutamente fatto riferimento all’autorità di regolamentazione su Twitter chiamandola “Commissione per l’arricchimento degli short seller”.

“SEC, un acronimo di tre lettere, la parola in mezzo è Elon”, ha detto Musk a luglio 2020.

A causa delle polemiche, giovedì le azioni di Twitter hanno perso il 5,38%, mentre le azioni Tesla hanno guadagnato l’1,1%.

Il punto di vista di Benzinga

Il costante disprezzo e la derisione da parte di Musk nei confronti della SEC e di altri regolatori e legislatori alimenta la convinzione comune che i regolamenti e le leggi statunitensi non si applichino in modo equanime al segmento più ricco del popolazione.

Come suggerisce Gasparino, anche qualora la SEC punisse Musk con un’altra multa da 1 milione di dollari per la sua recente violazione, probabilmente non farebbe nulla di significativo per dissuadere Musk dal continuare ad avere questo comportamento in futuro, dato che il patrimonio netto del CEO di Tesla è stimato in circa 276 miliardi di dollari.

Foto gentilmente concessa da Tesla

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