Una volta bastava la parola GAFAM (ossia Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft). Oggi però i grandi attori della tecnologia sono di più ed è meglio parlare di Big Tech, termine che oltre ai succitati colossi ne include altri sia occidentali (come Twitter, Netflix, Nvidia, Tesla e Uber), sia orientali (Baidu, Alibaba, Xiaomi, Bytedance e Tencent). Il motivo per cui ne parliamo oggi è che i nuovi padroni del vapore, dopo anni di grande libertà (economica, fiscale, regolamentale) stanno vedendo stringersi attorno al collo sempre più cappi normativi da parte di enti nazionali e sovranazionali. Che, a torto o ragione, sempre più spesso chiedono loro conto, prevalentemente dal punto di vista economico.
DA OTTAWA A BARCELLONA
Mentre in queste ore è d’attualità la scaramuccia tra Justin Trudeau e Google, col colosso americano che sta bloccando l’accesso alle sue notizie ad alcuni utenti canadesi in risposta all’Online News Act, dall’altro lato dell’Atlantico (più precisamente al Mobile World Congress di Barcellona) si sta tenendo un altro scontro di tutto rilievo che vede contrapposte le aziende del Big Tech e gli operatori europei di telecomunicazioni. L’oggetto del contendere? Chi dovrebbe finanziare il rollout di 5G e banda larga…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.