Gli asset manager e gli analisti di Man Group mettono in prospettiva storica l’eccezionalismo USA degli ultimi anni e spiegano perché può essere un errore considerare invincibile un singolo mercato
La Storia ha più volte dimostrato che anticipare i rendimenti dei mercati è un’impresa insensata. Dopo un 2022 difficile, pochi avevano previsto il rally tecnologico USA alimentato dall’Intelligenza Artificiale del 2023 o il brusco crollo obbligazionario causato dall’inflazione persistente. La sola certezza è che i mercati restano imprevedibili. Nell’ultimo decennio, le azioni USA sono state protagoniste indiscusse producendo performance straordinarie, con l’S&P 500, spinto dai titoli FAANG/Magnifici 7 che ha superato di gran lunga la maggior parte degli omologhi globali, dando vita alla narrazione della “straordinarietà” americana.
LA STORIA MOSTRA CHE NESSUN MERCATO SI IMPONE PER SEMPRE
Ma, sottolineano gli asset manager e gli analisti di Man Group in un’analisi che spiega perché comprare un indice globale non diversifica davvero il rischio, nessun mercato è in grado di imporsi per sempre. Il Giappone ha dominato gli anni ’80, i Mercati Emergenti sono stati protagonisti negli anni 2000 e anche l’Europa ha avuto i suoi momenti di gloria. Gli USA, pur molto forti, non sono immuni da performance negative, il che solleva una domanda cruciale per gli investitori, vale a dire se conviene puntare tutto sulle azioni USA, cavalcando lo slancio degli ultimi periodi, oppure considerare un approccio più diversificato…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.