Neuberger Berman, in un commento di Joseph V. Amato, non vede in arrivo uno shock petrolifero, mentre le decisioni USA su tasse e dazi potrebbero rafforzare fiducia e crescita
Per gran parte del 2025, il mercato si è focalizzato soprattutto sulle incertezze legate alla politica fiscale e commerciale, ma il rischio di nuove tensioni geopolitiche è rimasto presente e tornato al centro con gli sviluppi in Medio Oriente. Da metà giugno il conflitto Israele-Iran è rapidamente peggiorato e anche gli USA sono entrati colpendo importanti siti nucleari iraniani. La risposta dell’Iran è stata considerata misurata e il cessate il fuoco mediato dagli USA sembrerebbe reggere. Il Medio Oriente resta un’area comunque altamente imprevedibile e gli investitori non dovrebbero pensare che gli ultimi sviluppi abbiano messo fine agli shock, come un cambio di regime in Iran.
PERCHÉ È POCO PROBABILE IL BLOCCO DI HORMUZ
Neuberger Berman fa il punto sulle tensioni in Medio Oriente e prezzo del petrolio in un commento a cura di Joseph V. Amato, President and Chief Investment Officer Equities, che prende in esame anche la possibile chiusura dello stretto di Hormuz, passaggio obbligato per il 20% circa dei flussi di petrolio mondiali. Amato ritiene il blocco uno scenario poco probabile per diversi motivi: sarebbe uno svantaggio anche per l’Iran, causerebbe una dura reazione di USA e Occidente che metterebbe a rischio la flotta iraniana, porterebbe a una progressiva perdita di importanza dello stesso stretto, e infine isolerebbe ulteriormente Teheran minando i recenti progressi nei rapporti regionali…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.